Il Test Prenatale- Test di ultima generazione non invasivo su sangue materno

Il Test Prenatale non invasivo consiste nell’analisi diretta del DNA fetale circolante nel sangue materno a differenza dei test di screening sinora utilizzati nel primo trimestre di gravidanza, come il Tritest e il duotest che sono esami statistici indiretti  basati sulla valutazione del rischio  a priori in base all’assemblaggio di parametri come l’età materna, la valutazione ecografica della plica nucale fetale  e analisi biochimiche sul sangue materno.
Analizzando il DNA fetale circolante nel sangue materno è possibile evidenziare, tramite la misura della quantità relativa del DNA, la presenza di aneuploidie, di alterazioni cromosomiche strutturali e alcune microdelezioni tra le più frequenti in popolazione.
Il Test Prenatale non invasivo consiste nell’analisi diretta del DNA fetale circolante nel sangue materno a differenza dei test di screening sinora utilizzati nel primo trimestre di gravidanza, come il Tritest e il duotest che sono esami statistici indiretti  basati sulla valutazione del rischio  a priori in base all’assemblaggio di parametri come l’età materna, la valutazione ecografica della plica nucale fetale  e analisi biochimiche sul sangue materno.
Analizzando il DNA fetale circolante nel sangue materno è possibile evidenziare, tramite la misura della quantità relativa del DNA, la presenza di aneuploidie, di alterazioni cromosomiche strutturali e alcune microdelezioni tra le più frequenti in popolazione.
In laboratorio il DNA fetale viene isolato dal sangue materno e vengono analizzate le sequenze cromosomiche con la tecnica di sequenziamento di ultima generazione. Queste sequenze vengono poi analizzate con sistemi computerizzati bioinformatici  per determinare la presenza di variazioni quantitative che indicano la presenza o meno di eventuali aneuploidie cromosomiche fetali .
Questo test si effettua a partire dalla 10° settimana  di gravidanza con il prelievo di un campione di sangue materno. Non presenta alcun rischio di aborto. Il risultato del test si ha in 7-10 giorni.
Il test può essere effettuato:
nelle gravidanze singole,
nelle gravidanze gemellari *  ,
nelle gravidanze successive ,
in caso di gravidanze precedenti esitate in aborto °
  *Nelle gravidanze gemellari non si può distinguere l’assetto cromosomico del singolo feto, né valutare le aneuploidie dei cromosomi sessuali X e Y. E’ possibile evidenziare la presenza/assenza  del Cromosoma Y, in caso di presenza sicuramente un feto è maschio, ma potrebbero esserlo emtrambi i feti, mentre in assenza del Cr. Y i feti saranno entrambi femminili.
°In gravidanze gemellari in cui una camera gestazionale si è riassorbita con perdita di uno dei feti vi potrebbe essere presenza del DNA fetale del feto abortito che potrebbe creare dubbi sul risultato del test.
 °Nelle gravidanze pregresse esitate in aborto perché DNA fetale della precedente gravidanza potrebbe essere ancora in circolo nel sangue materno ed interferire nei risultati.
 
Indicazioni al Test Prenatale non invasivo
– Screening del primo trimestre (Bi-test) positivo
– Età materna avanzata (> 35 anni)
– Dubbi per presenza di aneuploidie  da quadri ecografici
– Gravidanze a rischio di aborto spontaneo
– Gravidanze da riproduzione assistita per abbattimento del rischio
– Anamnesi di patologie cromosomiche familiari
Livelli di indagini disponibili con il Test Prenatale
 
Screening delle aneuploidie relative ai Cromosomi 13, 18, 21, X, Y  (più comuni in popolazione)
(XXX- trisomia X,    XXY –Sindrome di Klinefelter,   XYY – Sindrome di Jacobs )
Il test evidenzia l’ 83,1 %  delle anomalie rilevabili
Limiti del Test
E’ un  test di screening, anche se altamente sensibile, con un detection rate che va dal 71% al 92,6 %  a seconda del livello di indagine effettuata e non sostituisce  l’analisi classica del cariotipo ottenuto con la coltura delle cellule fetali ottenuta con l’Amniocentesi ( diagnosi prenatale invasiva).
Il Test non è in grado di evidenziare i riarrangiamenti strutturali bilanciati, cioè senza perdita di quantità di DNA e  i mosaicismi dovuti a due diverse linee cellulari presenti nello stesso feto.
Qualora la madre sia portatrice di una anomalia cromosomica a carico del cr.X tale condizione potrebbe interferire con l’accuratezza dei risultati sui cromosomi sessuali del feto.
Questi limiti vanno presi in considerazione nello scegliere di fare o meno questo test,  tenendo in considerazione comunque  l’assenza di rischio d’aborto di questo test non invasivo rispetto alle tecniche invasive che presentano un rischio di aborto  (< 2 % per il prelievo di villi coriali e < 1 % per l’amniocentesi)
Non è possibile con questo test evidenziare la presenza di patologie genetiche ereditarie a trasmissione mendeliana, ( es. la Fibrosi Cistica, la Beta talassemia ,ed altre meno frequenti).
Quindi è opportuno da parte dei genitori conoscere se si è portatori di una di queste patologie prima di scegliere di fare il PrenatalSAFE.  In presenza di genitori portatori di tali patologie è necessario fare l’amniocentesi per poter fare l’analisi molecolare relativa alla patologia familiarmente trasmissibile.
 
Consulenza genetica e risultati del test
Prevede una consulenza genetica prima del test  per la valutazione del livello di test più idoneo da eseguire e  dopo il test per la spiegazione da parte del genetista dei dati emersi. La consulenza prenatale è parte per far comprendere il ricorso allo screening, dare informazioni sui dati ottenibili,  sul rapporto  rischi – benefici, per fare chiarezza sulle informazioni fornite dal test e sostenere aiutare sostenendo la coppia   nel percorso   in caso in cui di risultato patologico. Bisogna sempre durante la consulenza dare sostegno ma non interferire nelle decisioni della  coppia.
In caso di risultato POSITIVO
Un test positivo indica che il feto presenta un’alterazione cromosomica (aneuploidia)   di numero o strutturale a carico di uno o più cromosomi tra quelli analizzati, ma non lo assicura al 100% perché l’esame ha una accuratezza maggiore del 99%, e un rischio di dare risultati falsi positivi minore dell’1%. Quindi anche se molto basso tale rischio non si può escludere .In tal caso il passo successivo è fare una amniocentesi per confermare il risultato del test. Solo in questo caso sarà possibile eventualmente decidere ed effettuare un aborto terapeutico come previsto dalla Legge 194/78.
 
In caso di risultato NEGATIVO
Un test negativo indica che il feto non presenta una alterazione di numero (aneuploidia) o di struttura a carico di uno o più cromosomi tra quelli analizzati con un a percentuale di non attendibilità del  7,4 %.
Il test potrebbe inoltre  dare un risultato non certo in presenza  di una bassa quantità di DNA fetale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *